DI VITTORIO DORDONI
Si è svolto, dal 18.09 all08.10, uno scavo archeologico ad Auritz e Artze (Navarra) con la partecipazione di sei volontari dellassociazione culturale La Minerva di Travo e lassociazione di scienze Aranzadi di San Sebastian (Paesi Baschi).
Tale scavo è stato a noi consentito poiché la Provincia di Piacenza si è aggiudicata un finanziamento dellUnione Europea, riguardante Save, il progetto di interscambio tra appassionati delle ricerche di reperti storici, professionisti e cultori della materia, purchè over 50.
Lassociazione Aranzadi, con la quale abbiamo condiviso il progetto europeo, vanta circa 1.600 iscritti ed è a carattere multidisciplinare (archeologia, etnografia, antropologia, botanica, entomologia, ornitologia,
) ed opera in diverse parti del mondo.
La città di Iturissa (Iturizzar), di cui si erano perse le tracce, è stata più volte menzionata, descritta e collocata geograficamente nelle opere di storici greci e romani (Tolomeo, Plinio, Pompeio, Strabone, Anonimo Ravennate,
) e rivestiva la funzione di mansione, in pratica era una stazione di tappa lungo le strade romane.
Le aree in argomento si trovano nel territorio basco della Navarra, sui Pirenei, a pochi chilometri dal confine francese, il Passo di Roncisvalle, antico e importante valico di collegamento con le Gallie. Tale territorio è stato oggetto, negli ultimi anni, di scrupolose ricognizioni e ricerche storiografiche da parte di alcuni volontari della suddetta associazione che hanno intercettato una necropoli e due pietre miliari di età Aureliana, con epigrafi, a lato di strade romane.
Si sono individuati sei saggi di scavo (cinque ad Auritz e uno in Artze) località distanti tra loro una trentina di chilometri.
I gruppi di lavoro erano sempre costituiti da italiani e baschi per poter meglio facilitare scambi relazionali e modalità di intervento operativo.
In tre dei cinque sondaggi compiuti ad Auritz, abbiamo riportato alla luce muri perimetrali in perfette condizioni, larghi un metro e profondi due, interni abitativi (pavimenti) su diverse stratigrafie, laterizi da costruzione (tegole, mattoni bipedali, sesquipedali), vasellame in ceramica di uso domestico (comune, sigillata, a pareti sottili, decorata), una lucerna, alari da focolare, vetri di buona fattura, metalli in ferro e bronzo, ossa varie, carboni ed una moneta romana molto degradata.
Negli altri due saggi di scavo abbiamo intercettato la strada romana che da Saragozza andava in Gallia, attraversando i Pirenei, fiancheggiando tale insediamento.
Questi elementi di grande qualità e potenza stratigrafica, accompagnati dalla lettura del territorio e dalle documentazioni storiche, fanno stimare lestensione della città di Iturissa superiore ai venti ettari, con possibilità abitative per un migliaio di individui.
Questa enclave romana di 2.000 anni fa, era presidiata da soldati baschi (vascones) in qualità di esercito imperiale ausiliario, col compito primario di vigilare i confini e il territorio del dominio.
Ci siamo avvalsi, in seguito, del contributo di foto aeree, di rilevazioni satellitari e dellimpiego di dispositivi geomagnetici che hanno determinato con maggior precisione lampiezza delle strutture abitative e viarie dellintero complesso, lestensione di tale insediamento, nonché la presenza di un probabile acquedotto che convogliava le acque di provenienza pirenaica.
Lultimo saggio di scavo è avvenuto sul territorio di Artze ed anche qui sono affiorate utili indicazioni e testimonianze, già in precedenza espresse, attraverso il recupero di importanti materiali, atti a comprovare la presenza di unaltra mansione romana seppur di dimensioni minori.
Poiché entrambi gli insediamenti sono collocati su terreni adibiti a pascolo brado, quindi privi di successive modifiche strutturali, ne consegue che, probabilmente, le vestigia e il loro stato conservativo potrebbero essersi mantenute in condizioni ottimali.
Nel frattempo si resta in attesa che il governo della Navarra conceda lautorizzazione per lavvio dello scavo sistematico della città di Iturissa già programmato per lestate del prossimo anno.
E doveroso ricordare che alla società Aranzadi, sorta nel 1947, è stato conferito il mandato di individuare e riesumare i resti, nelle fosse comuni, delle vittime della dittatura franchista ed è anche depositaria dellunico archivio ufficiale segnaletico dei desaparecidos di quei terribili anni.
Infine, ma non da ultimo, un sincero ringraziamento agli amici di Aranzadi per la continua disponibilità, lindimenticabile accoglienza e grande competenza dimostrata. Sarà nostra premura, lestate prossima, ospitare sei loro volontari presso il sito neolitico di S.Andrea a Travo.